Quando si parla di cucina speziata e sicuramente avremo sentito questa definizione 1000 volte e in 1000 circostanze diverse si sta parlando di quella cucina che si caratterizza e si contraddistingue rispetto alle altre per un utilizzo massiccio di varie spezie aromatiche e le spezie non dobbiamo mai pensare che aggiungono solo sapore ai piatti, perché a parte quello aggiungono anche colore e aroma e soprattutto, dipendendo dalle spezie specifiche, parliamo di un qualcosa spesso di molto salutare.
Chiaramente la cucina speziata è famosa in varie parti del mondo e in varie culture e in varie tradizioni culinarie soprattutto, ma è chiaro che, quando si parla di questo mondo la prima cucina che ci viene in mente è la cucina indiana che si contraddistingue per tanti piatti sia vegetariani che per persone che amano la carne e soprattutto tanti piatti che combinano varie spezie che poi si completano a vicenda tra loro.
Questo significa che possiamo trovare i piatti indiani di una gamma di sapori completamente diversi tra loro che soddisfano vari palati e si va da quelli delicati a quelli più piccanti e quest’ultimi sono prevalenti.
Per quanto riguarda le spezie principali quando si fa riferimento alla cucina indiana non si può che iniziare dalla curcuma che ha molte proprietà antinfiammatorie e antiossidanti e non è un caso che viene venduta anche in capsule perché ha delle proprietà interessanti come accennavamo e poi possiamo parlare di cumino, di coriandolo, di cardamomo, di cannella, di peperoncino e di zenzero e sono spezie che comunque possono essere utilizzate sia macinate che intere e possono essere anche fritte o tostate dipendendo poi dalla ricetta chiaramente.
Teniamo presente che queste spezie poi vengono utilizzate insieme a molti altri ingredienti soprattutto lenticchie, verdure, carne, pesce per creare vari piatti diversi e possiamo fare solo degli esempi e possiamo parlare di samosa, così come possiamo parlare di biryani, di chicken tandoori e sono solo degli esempi naturalmente.
La cucina indiana è famosa per essere una cucina molto salutare
Quello che abbiamo scritto nel titolo di questa seconda parte e cioè che questa cucina indiana è famosa per essere una cucina che apporta molti benefici per la salute lo abbiamo accennato già nella prima parte quando parlavamo della curcuma che contiene la curcumina e cioè un potente anti assodante che per esempio aiuta le persone che hanno delle infiammazioni, non potevamo parlare anche dello zenzero che è molto famoso per le sue proprietà digestive e antinausea.
Se volessimo fare un raffronto con altre cucine simili potremmo parlare per esempio della cucina mediorientale che anch’essa come quella indiana predilige le spezie e le combina per creare vari sapori e quindi parliamo della cucina in Libano, ma anche in Turchia o in Iran e sempre c’è un uso massiccio di spezie quali il cumino, la cannella, la paprika e lo zafferano.
Diciamo che la differenza riguarda il fatto che quella indiana è molto più piccante perché utilizza spesso e volentieri il peperoncino e altre spezie molto piccanti quali il peperoncino di cayenna.
ink Utili:
Di seguito un’estratto di wikipedia sulla storia di uno dei nostri più tipici prodotti della cucina indiana.
La carne di pollo, che siano ali o cosce, viene marinata nello yogurt e condito con il tandoori masala. La tipica colorazione rossa della carne viene ottenuta utilizzando la polvere di chili rosso, peperoncini di Cayenna o kashmiri, mentre una grande quantità di curcuma produce la colorazione arancione. In molte versioni moderne del piatto si possono trovare entrambe le colorazioni. È tradizionalmente cotto ad alte temperature nei tipici forni di argilla, i tandoor, da cui il piatto prende il nome. Può tuttavia essere preparato anche su una tradizionale griglia. (Wikipedia)
Storia
La tradizione vuole che la storia del piatto risalga a Kundan Lal Gujral, un indiano che aprì un ristorante, il Moti Mahal a Peshawar, prima che l’India fosse colonizzata dalla Gran Bretagna. Cercando nuove ricette, Gujral avrebbe provato a cuocere il pollo in un tandoor, usato generalmente per la cottura del pane azzimo naan. I tandoor sono particolari forni di argilla, a forma di campana rovesciata ed interrati, alla cui base brucia un fuoco di legna o carbone che può raggiungere i 480º. Gurjal per primo sarebbe stato capace di cuocere il pollo in questo tipo di forno, rendendo croccante l’esterno del pezzo di carne e mantenendo morbido e succulento l’interno.
Dopo la decolonizzazione dell’India del 1947, il Punjab venne diviso e le zone a est dello stato divennero parte dell’India, mentre le zone ad ovest divennero parte del Pakistan. La città di Peshawar passò quindi sotto il governo pakistano e Gujral, come molti altri profughi hindu, si allontanò dai disordini scappando in India e spostando quindi il suo ristorante a Delhi cambiandogli nome in Daryaganj.
Il pollo tandoori impressionò a tal punto il primo ministro indiano, Jawaharlal Nehru, che lo rese una delle portate regolari dei banchetti ufficiali. Da allora molti personaggi importanti, in visita al governo indiano, hanno potuto assaggiare tale piatto, tra cui i presidenti americani Richard Nixon e John F. Kennedy, il leader sovietico Nikolai Bulganin e Nikita Khrushchev, il Re del Nepal e Mohammed Reza Pahlavi, scià dell’Iran.
La fama del piatto portò a molte varianti, tra cui il pollo tikka e il pollo tikka masala, solitamente presenti nei menu dei ristoranti indiani di tutto il mondo. (Wikipedia)
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