In questo articolo vogliamo occuparci di un piatto indiano che si chiama byrabi, per andare a vedere le sue origini e la sua evoluzione in questa cucina, per poi approfondire tutto quello che offre questa particolare edizione culinaria etnica.
Diciamo subito che questo piatto proviene dalla cucina persiana e si basa sul riso, che di solito è quello basmati, e che viene preparato insieme a pesce, carne, spezie e verdure o uova.
Mentre per quanto riguarda la parola dal punto di vista etimologico deriva da un termine persiano che significa fritto o arrostito.
Si può chiamare anche biriani e la sua origine è legata al Pakistan, per poi arrivare anche all’india e all’Iran, diffondendosi poi però tutti gli altri continenti. Infatti per quanto riguarda l’India diciamo che questo piatto venne portato da mercanti musulmani e viaggiatori vari.
Inoltre ci sono state sempre molto varianti locali di questo piatto così famoso sia nell’asia meridionale, ma anche in tante comunità arabe e asiatiche.
Abbiamo già accennato agli ingredienti, però possiamo dire che in questo piatto come tanti altri indiani spiccano le spezie perché possiamo trovare cannella, cardamomo, i chiodi di garofano, cumino, ma anche zenzero, cipolle e aglio, nonché legumi come piselli e fagioli.
Questo piatto di solito non è vegetariano e quindi include molti tipi di carne tra cui spicca quella di pollo, ma c è anche quella di manzo, quella di agnello. In altri casi si può fare anche con il pesce come per esempio con i gamberi.
Il piatto poi verrà servito con tutta una serie di salse ma anche col curry le uova sode, oppure a volte si aggiungono anche le melanzane e quindi come possiamo vedere le possibilità sono tante.
Risulta essere un piatto molto simile a un altro famoso indiano che si chiama pilaf, anch’essa base di riso, ma la differenza sta nella cottura, perché quello di cui parliamo oggi prevede di cuocere tutti gli ingredienti separatamente e non tutti insieme, nel senso che il riso viene cotto da solo in una padella simile a quelle cinesi
Altre cose da sapere sulla cucina indiana
Innanzitutto ricordiamo che del piatto a cui ci riferiamo oggi ci sono molte varianti come per esempio una che prevede che la carne e il riso vengano cotti separatamente, per poi mescolare alla fine, oppure abbiamo anche quella che si chiama Calcutta, dove la carne è rimpiazzata dalle patate.
Diciamo subito che le persone che vogliono sperimentare la cucina indiana ma sono vegan e vegetariani, non devono preoccuparsi perché essa si caratterizza per essere molto ricca di opzioni.
ink Utili:
Di seguito un’estratto di wikipedia sulla storia di uno dei nostri più tipici prodotti della cucina indiana.
La carne di pollo, che siano ali o cosce, viene marinata nello yogurt e condito con il tandoori masala. La tipica colorazione rossa della carne viene ottenuta utilizzando la polvere di chili rosso, peperoncini di Cayenna o kashmiri, mentre una grande quantità di curcuma produce la colorazione arancione. In molte versioni moderne del piatto si possono trovare entrambe le colorazioni. È tradizionalmente cotto ad alte temperature nei tipici forni di argilla, i tandoor, da cui il piatto prende il nome. Può tuttavia essere preparato anche su una tradizionale griglia. (Wikipedia)
Storia
La tradizione vuole che la storia del piatto risalga a Kundan Lal Gujral, un indiano che aprì un ristorante, il Moti Mahal a Peshawar, prima che l’India fosse colonizzata dalla Gran Bretagna. Cercando nuove ricette, Gujral avrebbe provato a cuocere il pollo in un tandoor, usato generalmente per la cottura del pane azzimo naan. I tandoor sono particolari forni di argilla, a forma di campana rovesciata ed interrati, alla cui base brucia un fuoco di legna o carbone che può raggiungere i 480º. Gurjal per primo sarebbe stato capace di cuocere il pollo in questo tipo di forno, rendendo croccante l’esterno del pezzo di carne e mantenendo morbido e succulento l’interno.
Dopo la decolonizzazione dell’India del 1947, il Punjab venne diviso e le zone a est dello stato divennero parte dell’India, mentre le zone ad ovest divennero parte del Pakistan. La città di Peshawar passò quindi sotto il governo pakistano e Gujral, come molti altri profughi hindu, si allontanò dai disordini scappando in India e spostando quindi il suo ristorante a Delhi cambiandogli nome in Daryaganj.
Il pollo tandoori impressionò a tal punto il primo ministro indiano, Jawaharlal Nehru, che lo rese una delle portate regolari dei banchetti ufficiali. Da allora molti personaggi importanti, in visita al governo indiano, hanno potuto assaggiare tale piatto, tra cui i presidenti americani Richard Nixon e John F. Kennedy, il leader sovietico Nikolai Bulganin e Nikita Khrushchev, il Re del Nepal e Mohammed Reza Pahlavi, scià dell’Iran.
La fama del piatto portò a molte varianti, tra cui il pollo tikka e il pollo tikka masala, solitamente presenti nei menu dei ristoranti indiani di tutto il mondo. (Wikipedia)
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